Pitti Uomo 2017 edizione ‘91 Cappellificio Tesi, dalle Trecce dell’800…

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Pitti Uomo 2017 edizione ‘91
Le tendenze della moda internazionale al salone fiorentino: le griffe puntano sugli accessori, in particolare sui cappelli e sul classico impermeabile ma con materiali innovativi, dal dandy all’uomo che veste all’avanguardia, è il cappello, super personalizzato ed eccentrico, il capo immancabile nel guardaroba maschile secondo le griffe internazionali in scena in questi giorni a Pitti Uomo a Firenze.
Grande attenzione dei buyers per il cappellificio toscano Tesi, che dalla metà dell’800 insegna a fare cappelli partendo dalle trecce e dai cappelli di paglia, dall’eccellenza dei maestri artigiani di una volta alla classica forma Borsalino di oggi in feltro di lapin rasato, reinterpretata nei colori del nero, grigio, oceano, naturale, cammello e bruciato.
Piccoli borghi e paesi toscani, le trecciaiole sull’uscio di casa, mani che si muovono, rapide, svelte, a capo chino, una storia di artigianato che parte da metà dell’800 e continua oggi, nella produzione artigianale che tutto il mondo ci invidia e porta a dei fatturati importanti, portando il comparto del cappello, in Toscana, a fatturare oltre i cento milioni annui.
Le origini della Ditta Tesi risalgono alla metà del 1800, quando fu fondata a Signa una piccola compagnia specializzata nella produzione e nel commercio di trecce e cappelli di paglia.
La fine del XIX secolo vide un periodo di grande prosperità del settore e la Ditta Tesi conquistò una posizione preminente sui mercati europei e americani.
All’inizio del XX secolo furono fatti significativi investimenti per ingrandire e modernizzare la fabbrica e le sue attrezzature. Questo era il periodo d’oro dei cappelli “a canotto” e dei cappelli di paglia in generale, con grande attenzione all’uso di paglie Italiane ed orientali. Il mercato era in grande crescita e la Ditta Tesi anticipava la domanda dei clienti innovando e introducendo nuovi modelli. In questo clima di novità la Ditta Tesi introdusse sul mercato un nuovo materiale: il panama. Durante quegli anni, consolidò ulteriormente il suo prestigio internazionale e stabilì contatti con il Centro e Nord America per il commercio dei materiali grezzi e lavorati. Dopo la seconda guerra mondiale lo sviluppo continuò, nonostante il cappello avesse perduto lo status di elemento indispensabile nell’abbigliamento. Il boom economico post bellico provocò un cambio radicale nello stile di vita; i ritmi e le abitudini divennero frenetici. Il cappello continuò ad essere percepito come un importante accessorio, ma la moda del cappello di paglia cominciò a declinare, raggiungendo il suo periodo peggiore alla fine degli anni ’60. La solida reputazione dell’Azienda e la sua capacità di rinnovamento consentirono di superare i momenti di crisi dell’epoca, introducendo nuove linee in feltro e tessuto per uomo e donna.
L’esperienza e la capacità di innovazione sono la chiave del successo attuale della Ditta Tesi e la quinta generazione della famiglia è oggi alla guida della Società.
La Ditta Tesi ha contribuito alla fondazione del “Museo della Paglia Domenico Michelacci”, a Signa, la capitale del cappello nei pressi di Firenze.

PITTI UOMO Ed ‘91
January 10th-13th, 2017
Pad. Centrale- Piano Attico Central Pavill.- First Floor
Hall 3 – STAND- BOOT G11 FIRENZE

Pitti Uomo 2017 edizione ‘91 Cappellificio Tesi, dalle Trecce dell’800…ultima modifica: 2017-01-12T15:26:07+01:00da viaggiesvaghi
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