Piccole mostre preziose. Rarità e inediti della Pinacoteca Metropolitana di Bari

BELLIAZZIPiccole mostre preziose. Rarità e inediti della  Pinacoteca Metropolitana di Bari

Bari, Pinacoteca Metropolitana “Corrado Giaquinto”

24 giugno – 24 settembre 2017
Per l’estate 2017 la Pinacoteca Metropolitana “Corrado Giaquinto” propone un calendario di piccole iniziative espositive a cadenza quindicinale, pensate per far conoscere al grande pubblico opere d’arte di grande interesse ma non sufficientemente note o in alcuni casi mai esposte prima.
Il primo appuntamento è dedicato a I bambini e il loro mondo, dal 24 giugno al 16 luglio, con opere di Francesco Netti, Francesco Galante, Raffaele Belliazzi, Gaetano Stella, Rosa Tosches e altri.
Farà seguito, dal 19 al 27 luglio, Il fascino dell’Oriente negli artisti pugliesi tra Otto e Novecento, un percorso incentrato sul filone orientalista che ha interessato anche la pittura e la scultura pugliese, con lavori di Antonio Piccinni, Michele De Giosa, Angelo Cives e Francesco Netti.
Per agosto sono previste delle proposte monografiche su due grandi esponenti della pittura meridionale: si parte da Francesco Saverio Altamura e la pittura di storia, dal 29 luglio al 10 agosto, con l’esposizione dello spettacolare dipinto La X Legione, mai esposto a Bari, e del bozzetto raffigurante Mario vincitore dei Cimbri;
a seguire Le donne di Vincenzo Irolli, dal 12 agosto al 7 settembre, un affascinante percorso dedicato all’universo femminile, rappresentato in diverse delicate tele del pittore napoletano, quali La preghiera, La lettura e La bambola in castigo. L’ultimo appuntamento della serie riguarda I dipinti meno noti di Francesco Netti, dal 9 al 24 settembre, e porterà in esposizione opere da tempo non esposte in Pinacoteca, tra cui il monumentale Sant’Effremo e due studi di San Giuseppe Calasanzio.

Questo il calendario completo.

24 giugno-16 luglio 2017    I BAMBINI E IL LORO MONDO
19-27 luglio 2017    IL FASCINO DELL’ORIENTE NEGLI ARTISTI PUGLIESI TRA OTTO E NOVECENTO
29 luglio-10 agosto 2017    FRANCESCO SAVERIO ALTAMURA E LA PITTURA DI STORIA
12 agosto- 7settembre 2017    LE DONNE DI VINCENZO IROLLI
9-24 settembre 2017    I DIPINTI MENO NOTI DI FRANCESCO NETTI

Pinacoteca Metropolitana “Corrado Giaquinto”
Via Spalato 19 / Lungomare Nazario Sauro 27    (IV piano)
70121  Bari
Telef. 080/ 5412420-2-4-6-7  www.pinacotecabari.it

Per informazioni: Tel: 080/5412420-2-4-6 -7
Ufficio Stampa Pinacoteca: Tel. 080/5412427
pincorradogiaquinto@gmail.com
pinacoteca@cittametropolitana.ba.it

Alla Pinacoteca  metropolitana di Bari si può arrivare in treno (dalla stazione 10/15 minuti a piedi), in aereo (30 minuti per giungere in centro città col taxi o col terminal), pullmann provenienti da varie destinazioni. Diversi autobus cittadini si fermano dinanzi all’ex Palazzo della Provincia.
Se si giunge in auto, è consigliabile lasciare la vettura nel grande parcheggio comunale “Pane e Pomodoro”, ubicato nel tratto sud del Lungomare, e di lì prendere la navetta B, che si ferma all’altezza del Palazzo della Regione, distante pochi metri dal Palazzo dell’ex Provincia dove, al IV piano,  ha sede la Pinacoteca. Il parcheggio per 24 h e la navetta costano € 1,00.

Giorni e orari di apertura:
dal martedì al sabato 09,00 – 19.00 (ultimo ingresso consentito ore 18:30)
domenica 09.00 – 13.00 (ultimo ingresso consentito ore 12:30)
lunedì e festività infrasettimanali chiuso

Biglietto intero € 3,00

Biglietto ridotto € 0,50:
– soci ICOM*;
– soci FAI*;
– soci TOURING*;
– soci EMERGENCY*;
– possessori coupon QUI!CULTURA;
– soci COOP*;
– insegnanti* singoli;
– guide turistiche* singole.

Gratuito:
– minori di 18 anni e maggiori di 65 anni;
– disabili e loro accompagnatori;
– studenti universitari* e di istituti AFAM*  (Acc. Belle Arti e Conservatori Musicali);
– insegnanti* accompagnatori di gruppi scolastici;
– guide turistiche* di gruppi con più di tre persone;
– giornalisti*;
– per tutti prima domenica di ogni mese.

* muniti di relativa tessera di iscrizione alla categoria o altro documento equivalente

Ingresso libero per tutti:
–    la prima domenica di ogni mese (D. M. MIBACT 27-6-2014 n. 94)
–    in occasione di eventi, quando espressamente indicati in sede e
su locandine e inviti.

La biglietteria chiude 30 minuti prima dell’orario di chiusura

La visita alle mostre in corso è inclusa nel biglietto d’ingresso

I bambini e il loro mondo

Se legate al contesto storico e artistico cui appartengono, le opere d’arte il cui soggetto sia legato all’infanzia si prestano particolarmente a raccontare, con maggiore adesione alla realtà rispetto ad altre, la situazione economica e sociale delle varie epoche cui appartengono, durante le quali non sempre il bambino è stato al centro dell’interesse e del rispetto da parte dell’adulto (e d’altronde anche oggi il cammino da percorrere è ancora lungo).
Il mondo infantile ha comunque sempre avuto uno spazio  nell’arte. Tralasciando l’archeologia, in cui comunque compaiono spesso putti ed eroti, e volendo accennare solo all’arte cristiana, non si può non constatare come sin dagli inizi compaiano “Bimbi divini”, come il piccolo Gesù, per lo più in braccio o comunque vicino alla Madre, San Giovanni Battista suo compagno di giochi, spesso introdotto nelle Sacre famiglie, Maria bambina, protagonista, con Sant’Anna, del soggetto apocrifo dell’Educazione di Maria, ecc.. Di essi pittori e scultori riescono a cogliere con grande spirito d’osservazione, sensibilità e delicatezza atteggiamenti di incantevole spontaneità, legati alla curiosità infantile, al gioco, o, al contrario, nel Bambino Gesù, alla prefigurazione della morte.
Ma varie sono le tematiche legate al mondo dell’infanzia: se i ritratti “posati”, dal Quattrocento all’Ottocento, sono riservati in genere ai bimbi  di estrazione regale o  genericamente aristocratica (fatti salvi i ritratti “borghesi” dell’Europa del nord, soprattutto  di ambiente fiammingo e olandese, dove la classe borghese si afferma sin dal XVII secolo), nello stesso periodo i bimbi compaiono numerosi nella pittura “di genere” (bimbi mendicanti e straccioni, bimbi lavoratori, bimbi impegnati in giochi di strada e in genere bimbi appartenenti al ceto popolare), che spesso non ha intenti di denuncia sociale.
È soprattutto tra Otto e Novecento  che si afferma il ritratto autonomo del bimbo borghese, testimonianza di una più grande capacità economica da parte dei committenti e alternativa, spesso, della fotografia. Nella scultura napoletana e di influenza napoletana la rappresentazione dei bambini, da Gemito in poi, diventa un vero e proprio genere, dando luogo a creazioni di grande brio e naturalezza.
Ovviamente non è possibile esemplificare un argomento così complesso e interessante attraverso le poche, seppur validissime opere della Pinacoteca scelte per questa piccola mostra. Ciononostante, vi si ritrovano temi interessanti: da quello del gioco (Rosa Tosches) e dello sberleffo (Pasquale Duretti), a quello dei bimbi lavoratori e sfruttati (Belliazzi, De Matteis), ai bimbi poveri ospiti certo involontari di istituti pubblici (Netti), o malati (Stella), ai bimbi ritratti in atteggiamenti di incantevole spontaneità (Canonica, Galante, Tota).

OPERE ESPOSTE:

Francesco Netti (Santeramo in Colle 1832-1894), Refettorio, dopo il 1885, olio su tela
Già attribuito ad Augusto Licata, il dipinto è firmato da Francesco Netti che in realtà riprese, probabilmente da una incisione (pubblicata nel 1885), un particolare del grande dipinto Ora di refettorio, smarrito, eseguito dell’artista siciliano.
Di grande qualità le nature morte squadernate sul tavolo, dinanzi ai piccoli ospiti di un refettorio colti in vari atteggiamenti.

Raffaele Belliazzi (Napoli 1835-1917), Il riposo, 1875, terracotta
La scultura, una delle prime espressioni del realismo napoletano, fu esposta alla Mostra nazionale di Napoli del 1877, suscitando l’incondizionata ammirazione dei critici. Autentico capolavoro della scultura meridionale del secondo Ottocento nonché snodo fondamentale nella carriera del Belliazzi, sorprende per la sconvolgente capacità mimetica che il Belliazzi dimostra nella rappresentazione del giovanissimo pastore, abbandonato al sonno, la bocca semiaperta, su una distesa erbosa; pastore del quale vengono descritti con incredibile meticolosità l’abito logoro, le calze slentate le “ciocie” e particolari anatomici come le folte ciglia e le ruvide mani in tensione.

Francesco De Matteis (Lecce 1852-Napoli 1917), Concerto di bambini, c.   1887, bronzo
Si tratta di una vera e propria tammurriata eseguita da due bimbi, laceri suonatori di strada, uno dei quali percuote vigorosamente un tamburello a sonagli, mentre l’altro lo accompagna con un bastone a tacche, strumenti comuni a Napoli nelle cosiddette “orchestre di guagliune” che si esibivano per strada, ricavandone di che vivere per sé e per la famiglia.

Pasquale Duretti  (Bari 1867-1939), Testa di ragazzo, 1928-29, bronzo
Il busto, di soggetto brioso e divertente, raffigura un ragazzo, con i capelli seminascosti da un berretto ottenuto piegando ad origami un foglio di giornale, colto mentre esegue uno sberleffo un po’ volgare, tirando fuori la lingua.
Il Duretti, noto soprattutto per il suo coinvolgimento nella decorazione scultorea del Teatro Petruzzelli a Bari, si dedicò anche alla produzione di ritratti femminili e infantili, che lo mostrano legato ad un sempreverde verismo nel rappresentare popolane e monelli in vivaci atteggiamenti, così come richiedeva il collezionismo privato dell’epoca.

Pietro Canonica (Moncalieri [Torino] 1869-Roma 1959), Ritratto di Mario, 1895-1898 (?), gesso patinato bronzo
Come indicano chiaramente i tasselli visibili sulla superficie, si tratta di un calco in gesso, probabilmente coevo alla realizzazione del primo originale in marmo, con liscia base quadrangolare, del ritratto del piccolo Mario Borgogna, conservato presso il Museo Civico “Borgogna” di Vercelli, fondato in memoria del padre Francesco dal collezionista Antonio Borgogna . Si tratta probabilmente del ritratto di un nipotino del fondatore del Museo.

Francesco Galante (Margherita di Savoia [BAT] 1884-Napoli 1972), Sonno tranquillo, fine anni Venti del Novecento, olio su tavola
Da sempre interessato a cogliere atmosfere domestiche, legate spesso all’ambiente familiare, Galante offre qui uno dei più freschi ritratti di “adorabili bimbe addormentate dipinte con infinito amore, tepore e rorida freschezza … in una gamma di toni caldi e puri” (Beatrice Testa, 1931).

Gaetano Stella (Bari 1888-1964), Bimbo malato, 1916-1917, gesso
Soggetto di pieno gusto verista (l’allusione è al Malatiello di Vincenzo Gemito, del 1870), questa testina dal modellato accurato e dalla superficie levigata raffigura con impressionante realismo un bimbo febbricitante, dell’età apparente di 9-10 anni, la bocca socchiusa quasi a voler “prendere aria”, gli occhi gonfi dalle palpebre abbassate, i capelli madidi di sudore trattenuti da una fettuccia.

Rosa Tosches Marzulli (Regalbuto [Enna] 1907-Roma 1990), Ragazzi che giocano a birilli, 1930, olio su tavola.
Uno dei dipinti di carattere familiare e intimista di questa quasi sconosciuta pittrice di origine siciliana, che ritrae un gioco che si svolge in un interno tipicamente borghese.

Il gruppo della Pinacoteca di Bari rappresenta un’edizione, ridotta e variata negli atteggiamenti, di gruppi consimili eseguiti dallo scultore, di cui uno conservato nel Museo Provinciale di Lecce.

Riccardo Tota (Andria 1899-Napoli 1998), Ritratto di bimba (Sorriso di bimba), c. 1925, olio su tavoletta
Il piccolo, delizioso dipinto è il ritratto della sorellina dell’artista, Ermelinda, nata nel 1915. Tutto giocato su una sinfonia di bianchi e grigi azzurrati, il ritratto coglie con immediatezza e acume la bimba in un atteggiamento ammiccante e con un’espressione vivace e birichina.