Una sala stracolma di gente ha seguito ieri pomeriggio al Museo del Tessuto l’incontro “Prato e la cucina vintage: i sedani alla pratese e i mangiari della fabbrica”, primo dei tre appuntamenti dedicati alla cucina tradizionale pratese, voluto e organizzato dall’Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Prato in occasione della mostra “Vintage. L’irresistibile fascino del vissuto”.
All’incontro ha partecipato anche il Direttore dell’Istituto di Storia Economica “F. Datini” Giampiero Nigro, che ha ripercorso in un breve excursus storico, le origini della cucina “del recupero”. “Chi ha insegnato agli uomini che lavoravano in fabbrica a riciclare gli stracci? Molto probabilmente le massaie: quando non c’era molta disponibilità di cibo si tendeva a utilizzare gli ingredienti nei modi più svariati e senza buttar via niente. Anche gli avanzi diventavano una risorsa, se reimpiegati in altri succulenti piatti. Pensiamo al sedano, si potevano mangiare le parti più tenere a crudo, cuocere le coste più dure per farle magari ripiene e addirittura si potevano utilizzare anche le foglie per farne invitanti polpettine. La cucina, come la moda, è una importante espressione della nostra cultura anche se vissute con accelerazioni diverse nel tempo. Nella moda i tempi di ricambio sono velocissimi, mentre nella cucina sono molto lenti: ancora oggi in alcune situazioni si tende a mangiare in modo molto simile a come si mangiava oltre un secolo fa”.
Dopo i saluti dell’assessore Caverni e del Direttore del Museo del Tessuto Filippo Guarini e dell’intervento del Professor Nigro, una ampia parentesi è stata dedicata alla cucina della fabbrica e dal dibattito – accompagnato dalla testimonianza dell’ex operaio tessile Cesare Legni – sono emerse alcune note di colore che hanno fatto immaginare anche a chi non ha conosciuto quel periodo storico, come si viveva in fabbrica. Una curiosità su tutte: già allora il cibo veniva considerato una sorta di status symbol. In alcune aziende più grandi a Prato, dove c’era lo spazio per mangiare, spesso capitava di trovare due mense distinte per far si che i più poveri non si sentissero a disagio nel mostrare il loro modesto pranzo, così come strategica per non mostrare la propria posizione economica di svantaggio era la scelta della bottiglia a corredo del pranzo: era di vetro verde scuro perché non si vedesse cosa conteneva e chi non poteva permettersi il vino la riempiva d’acqua.
Nadia Bastogi, storica dell’arte e curatrice di una parte del libro “I sedani ripieni alla pratese” edita da Claudio Martini Editore per la Provincia di Prato, attraverso le immagini di suggestive pitture custodite all’interno del Museo Civico e nel Museo della Natura Morta di Poggio a Caiano, ha illustrato come il sedano già in epoca rinascimentale fosse considerato un ingrediente insostituibile in cucina e quanto fosse ricorrente la sua riproduzione sulle tele del tempo. A concludere l’incontro – prima della spiegazione della ricetta dei sedani alla pratese da parte del Presidente dell’Associazione Ristoratori Pratesi Giovanni Seghetti – un interessante “fotografia” scientifica del sedano, con l’agronomo Giacomo Petracchi, il quale ha spiegato non solo l’habitat migliore per far crescere il sedano e le modalità per renderlo così bianco e tenero e valorizzarne quindi le proprietà organolettiche, ma anche come questo ortaggio, in tutte le sue parti, fosse prezioso e utile al mantenimento in salute della collettività: crudo in pinzimonio ad esempio, contrasta la formazione della renella e dei calcoli, così come curativi sono anche i semi – lo utilizzavano per questi fini addirittura i greci – e i decotti.
Il primo appuntamento con la cucina tradizionale pratese, accompagnato dagli intermezzi musicali di Octavarima, si è concluso con una visita guidata alla mostra sul vintage e una degustazione di sedani ripieni alla pratese e “pane e frittata”, tipico “mangiare della fabbrica”. Il prossimo appuntamento è per il 25 gennaio 2013, quando sul palcoscenico saliranno le pesche di Prato e la cucina delle occasioni, mentre il 22 febbraio prossimo toccherà ai biscottini con le mandorle e al vermouth bianco di Prato concludere questo primo ciclo di incontri dedicati alle tradizioni pratesi.
A cura di Marte Comunicazione snc
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Il sedano tra cucina, arte,storia e proprietà curative – Ufficio Stampa Comune di Pratoultima modifica: 2012-12-18T09:27:00+01:00da
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