di Filippo Cogliandro chef
Filippo Cogliandro chef, da Reggio Calabria.
Una “tre giorni” per raccontare la coraggiosa storia di uno dei personaggi simbolo della lotta alle mafie in Italia. Per la prima volta Pescara ospita Filippo Cogliandro, chef calabrese del ristorante l’Accademia (Reggio Calabria) che nel 2008 si ribellò al pizzo e denunciò i suoi estorsori. Da allora la sua vita è cambiata, ed è partito il suo impegno per la diffusione della legalità, culminato nella creazione della prima spiaggia di “Libera”, l’associazione contro le mafie di don Luigi Ciotti e la nascita del Progetto de Le Cene della Legalità nel 2012.
Filippo è fermamente convinto che la sua cucina, la sua arte culinaria, per essere tale, debba poggiare sull’alta qualità delle materie prime e sul rispetto del prodotto e del territorio, trovando in quest’ultimo la sua fonte di ispirazione; la sua è una continua ricerca della sua terra, non una rivisitazione nostalgica della “tradizione” ma piuttosto una filosofia che supera i confini della cucina e mira ad essere una sintesi attuale degli insegnamenti del passato.
E il tema della serata, oltre alla Legalità, è quella di abbinare i colori e i sapori di cui è fatta la sua vita, il colore del mare della Calabria ai sapori della terra d’Abruzzo, i profumi delle distese di prati pieni di ulivi alla fiabesca pesca con i Trabocchi, le scurpelle e i mostaccioli ai alla cipolla rossa di Tropea, la ‘nudja di Spilinga, il Pecorino del Monte Poro, il formaggio delle Serre, il mare abruzzese di San Vito Chietino, i confetti di Sulmona……….
Nel suo menù ogni ricetta diventa la scusa per esplorare prodotti e piatti, per raccontare storie di vita, personaggi e luoghi, un racconto dell’Italia, un raro e ricchissimo crocevia di sapori e profumi, ogni cena racconta un territorio, i suoi vini, le tradizioni gastronomiche di quell’area, la sua cucina e i suoi prodotti tipici. Ogni ricetta è arricchita di una sezione sull’abbinamento con il vino e su parentesi di approfondimento su prodotti locali.
Come dice Filippo:
La passione per il cibo mi ha “scaraventato”, all’interno di una cucina, dove il friccichio dell’olio caldo, l’ardire dell’acqua in pentola, il battito della lama sul tagliere e l’orchestra degli arnesi in cucina diventano musica per le mie orecchie e stimolo alla mia fantasia: vivo di sensazioni e di colore, mescolando gusti e piaceri, desiderando appassionatamente di “sporcarmi le mani” .
E’ così che ho costruito la mia esperienza e l’ho messa insieme nei miei piatti: la stagionalità dei prodotti, la loro selezione e qualità, la reinterpretazione della cucina del territorio, questa è la filosofia che tutti i giorni accompagna le scelte della mia cucina; il gioco, la “ricerca di un emozione” da regalare a chi vuole gustare un mio piatto.
L’attesa che precede l’inizio di un emozionale “viaggio gastronomico” è il tempo che impiego per la presentazione attenta e scrupolosa di ogni mio piatto.
Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”
Paolo Borsellino
www.laccademia.it
Press Cristina Vannuzzi