A sostegno della tutela e della rivalutazione degli scavi di Stabia

Saune a diverse temperature, giardini con colonnati e ampie vasche. Sembra la descrizione di un modernissimo centro benessere, ma la struttura risale a un paio di millenni fa. Gli ospiti di questi ambienti erano i signori dell’epoca romana e l’antica villa è quella stabiese denominata «Arianna». Il quartiere termale è il risultato dell’ultimo scavo – terminato il 9 luglio – messo a punto grazie ad una stretta collaborazione tra Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei, Museo statale Hermitage di San Pietroburgo e la Fondazione restoring ancient Stabiae che da anni si occupa della promozione culturale dei siti archeologici di Castellammare. Circa 10mila euro e un team formato da archeologi e restauratori italiani e russi, questi ultimi provenienti proprio dall’Hermitage, per riportare alla luce tre ambienti di Villa Arianna individuati l’anno scorso in uno studio più ampio fatto sul perimetro della villa.

 Gli ambienti termali emersi dalle macerie si trovano non lontano dalle posizioni originarie dei celebri affreschi che raffigurano la «Flora» e la «Venditrice di amori», dunque alle spalle del peristilio che si affaccia sul panoramico golfo che oltre al Vesuvio mostra la punta di Sorrento e quella di Napoli. Un piccolo colonnato, ricostruito quasi interamente, è stato giudicato uno dei più belli dagli addetti ai lavori: si tratta dell’ingresso che permetteva l’accesso al quartiere termale, un rettangolo (pressappoco due metri per tre le misure) che nei tre lati, due lunghi ed uno corto presenta pavimenti con preziosi mosaici e affreschi con raffigurazioni floreali di età augustea, il quarto lato è invece chiuso con un piccolo porticato. Per gli ospiti dell’antica residenza del pianoro di Varano, un piccolo giardino porticato, che tra l’altro collegava il Laconicum e il Tepidarium ovvero i corrispettivi di una sauna moderna. Due grandi stanze circolari con una particolarità che testimonia dal punto di vista ingegneristico l’importanza dell’opera: nei due ambienti è stato rinvenuto un doppio pavimento, la parte sovrastante è sorretta da sospensioni, una sorta di canali per le sorgenti termali e dunque per la regolazione della temperatura altissima nel primo ambiente più moderata nel secondo. Inoltre nel Tepidarium è stato rinvenuto il sinopia ovvero tracce lasciate dalle opus sectile (mattonelle in marmo poi asportate in età borbonica). «I risultati degli scavi sono ottimi e il lavoro con l’Hermitage di San Pietroburgo prosegue con grande entusiasmo – ha spiegato il notaio Ferdinando Spagnuolo, consigliere delegato della Fondazione Ras – questo lavoro ha rappresentato, oltre che una conferma dell’eccellente relazione esistente tra le istituzioni italo-russe al fine di promuovere e stimolare l’attenzione del mondo culturale, accademico e scientifico sull’antico sito di Stabiae, anche l’occasione di inserirlo tra le principali mete del cosiddetto attrattore vesuviano». Un risultato raggiunto nell’ambito dell’anno della cultura Italia – Russia 2011 che prosegue anche con la collaborazione del Ministero della Cultura della Regione Siberia. Nelle settimane scorse, infatti, il ministro siberiano Vladimir Miller diede il via ad una serie di eventi culturali, come concerti e mostre a cui assistere tra la Russia e l’Italia. «Già dall’anno prossimo si aprirà con ottime probabilità un gran cantiere di scavo con i major partner della Fondazione Ras – prosegue Spagnuolo – ma voglio ricordare ancora le iniziative a cui si può assistere presso il Vesuvian Institute di Castellammare di Stabia, sede della Fondazione Ras come mostra fotografica con opere e il concerto di musica russa ad opera di un maestro della Tyumen State Academy of Culture Arts and Social Technologies». Articolo di Maria Elefante – Il Mattino di Napoli

Castellammare – Reggia di Quisisana: Doveva diventare la più importante scuola di restauro del Mezzogiorno, ma ospiterà matrimoni.

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A sostegno della tutela e della rivalutazione degli scavi di Stabiaultima modifica: 2011-07-29T13:06:14+02:00da viaggiesvaghi
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