Il brand dieta mediterranea nella GDO vale 35 miliardi di euro Necessario investire sul turismo per accrescere il valore attorno al marchio

Il brand dieta mediterranea nella GDO vale 35 miliardi di euro Necessario investire sul turismo per accrescere il valore attorno al marchio

Stamattina prima sessione del Forum Dieta Mediterranea: necessario per incrementare l’economia dei paesi mediterranei esportare anche fuori dai confini tradizionali i principi di questo stile di vita
Diffondere questo stile di vita anche al di fuori dei suoi confini tradizionali e renderlo riconoscibile con la creazione di un brand capace di consolidarne i valori unici al mondo e consentirne una valorizzazione economica sui mercati del largo consumo alimentare. Questo il filo conduttore della prima sessione del Forum Dieta Mediterranea – organizzato da Camera di Commercio di Imperia e Azienda Speciale PromImperia – che si è appena conclusa all’Auditorium della Camera di Commercio a Imperia.
Ne è convinto anche il Professor Pier Luigi Petrillo, esperto di promozione del patrimonio alimentare della Commissione Nazionale Italiana UNESCO, che ha sottolineato come “Per la Dieta Mediterranea entrare a far parte del Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO sia stato un passo di fondamentale importanza al fine della diffusione del suo messaggio nel mondo. Se vogliamo “esportare” i principi della Dieta Mediterranea anche al di fuori dei suoi territori tradizionali, uno dei più validi ed efficaci strumenti è proprio l’appartenenza a UNESCO, una vetrina mondiale che può darle lustro e visibilità in tutto il mondo”.
Il Professor Alberto Mattiacci, docente di Economia e Gestione delle Imprese all’Università La Sapienza di Roma, ha sottolineato come dietro ad un marchio “Dieta Mediterranea” ci sia un potenziale enorme e come il nostro paese possa sfruttarlo al meglio. “L’Italia rappresenta il paese che meglio di altri riesce a incarnare lo stile di vita mediterraneo – ha spiegato – e la prospettiva è che possa diventare una guida per i paesi del bacino che vi si ispirano. Ma per far crescere nel consumatore, anche extraeuropeo, la scelta verso la Dieta Mediterranea si deve lavorare per cambiare la mentalità: dobbiamo aumentare la conoscenza e aggiornare la cultura commerciale, non basta più la sola qualità del prodotto. Nel turismo, per esempio, si potranno individuare spazi di crescita e nuove opportunità con l’apertura a nuovi mercati e la proposta di nuove declinazioni – ha aggiunto – che potrebbero far guadagnare al settore circa un miliardo di euro in più con ulteriori margini di sviluppo”.
Uno dei settori di sviluppo più accreditati per la Dieta Mediterranea una volta creato un “marchio” identificativo capace di fare da traino a prodotti, imprese e territori di origine è senz’altro il turismo: Fabiola Sfodera, ricercatrice e professore aggregato presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università La Sapienza di Roma ha sottolineato come “più dell’analisi quantitativa, in questo frangente sia importante una analisi qualitativa non numerica. Oggi siamo circondati da offerte turistiche: pensiamo alla possibilità di prenotare via web le strutture ricettive, di abbinare la ristorazione con le degustazioni di vino, di compiere veri e propri tour del gusto attraverso strade dei sapori, dell’olio e del vino o alla possibilità di visitare i luoghi di produzione. La degustazione, in tutto questo, rappresenta solo una parte della domanda. Oggi si tende sempre più a cercare show cooking, sagre, corsi e tutto quello che può trasformarsi in forme di turismo esperienziale. Non si va più alla ricerca di un singolo prodotto dunque, ma di un contesto. Su queste premesse, le previsioni per il comparto turistico sono in crescita e si prevede continuino in questa direzione fino al 2030”.
Sul fronte dei consumi, due le chiavi di lettura offerte: la prima legata all’aspetto distributivo dei prodotti alimentari della Dieta Mediterranea, con una ricerca sulle categorie della Dieta Mediterranea nella GDO italiana e la seconda, vista dalla prospettiva del consumatore, con la presentazione delle statistiche relative ai consumi delle famiglie.
Il primo dei due approcci è stato affrontato da Federica Ceccotti dell’Università La Sapienza di Roma ed Edoardo Fornari dell’Università di Parma, che hanno presentato i dati della ricerca condotta sulla GDO evidenziando come “l’analisi dei mercati degli ultimi dieci anni evidenzia una crescita costante. Ma quanto è importante la GDO per la Dieta Mediterranea? In numeri si arriva a 34,6 miliardi di euro, quasi il 46% del totale delle vendite e ben il 60% del settore food e beverage venduto. Cifre importanti, che non hanno subìto ripercussioni nonostante la flessione generalizzata della distribuzione moderna”.
L’altra chiave di lettura è quella offerta da Valeria De Martino e Sabrina Barcherini, rispettivamente funzionarie della Direzione centrale delle statistiche socio-economiche (DCSE) e Servizio condizioni economiche delle famiglie (CEF) di Istat. “Per comprendere i valori della Dieta Mediterranea in Italia – hanno spiegato – è fondamentale il supporto delle statistiche ufficiali che ci aiutino a delineare i consumi delle famiglie italiane. Con il termine consumi si intende l’insieme di spese sostenute per soddisfare il diretto bisogno delle famiglie, compreso ciò che si definisce autoconsumo, e i beni offerti dai datori di lavoro per compensazione. Ad oggi le famiglie destinano meno di 1/5 della loro spesa complessiva all’acquisto di cibi e bevande: di questo, oltre 2/3 è da riferirsi alla Dieta Mediterranea”.
Domani mattina, l’evento di capitalizzazione ENPI Med Diet – moderato dal giornalista di Agrisole Giorgio Dell’Orefice – su “La Dieta Mediterranea come modello di eccellenza da valorizzare e promuovere” con il Vice Ministro Andrea Olivero, le istituzioni e le autorità di gestione ENPI. Nel pomeriggio la sessione dedicata all’educazione alimentare coordinata dal Capo Progetto Comitato di candidatura Expo Milano e Presidente del Comitato Educazione Alimentare del MIUR Riccardo Garosci con testimonianze formative e un focus sugli aspetti sociali del cibo. Chiuderà i lavori del Forum, domenica mattina, la sessione coordinata dal Professor Mario Morcellini del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università La Sapienza di Roma, dedicata alla Dieta Mediterranea nella catena del valore della cultura e della comunicazione a cui seguirà la premiazione del vincitore del contest “A menu for the Mediterranean Diet Day 2014”, la consegna degli attestati ai partecipanti internazionali del corso di assaggiatore ONAOO e il lancio ufficiale del Forum Dieta Mediterranea verso Expo 2015 come importante occasione di promozione delle eccellenze della tradizione gastronomica italiana e ligure, con l’Assessore al Turismo e Cultura della Regione Liguria Angelo Berlangieri.

Ufficio Stampa Forum Dieta Mediterranea

Marte Comunicazione snc di Marzia Morganti Tempestini & C.
www.promimperia.com – www.martecomunicazione.com

Il brand dieta mediterranea nella GDO vale 35 miliardi di euro Necessario investire sul turismo per accrescere il valore attorno al marchioultima modifica: 2014-11-14T17:13:30+01:00da viaggiesvaghi
Reposta per primo quest’articolo